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PS: se proprio insisti

10 dicembre 2013 2 10 /12 /dicembre /2013 03:46

Pippo ma ti rendi conto di quello che sei riuscito a costruire?! Di quanta bella gente hai fatto incontrare e collaborare? È vero, i risultati contano…ma noi siamo abituati ad altro. L’entusiasmo che ho visto in questa campagna ha risvegliato dal letargo migliaia di persone che non avevano nessuna speranza.

Dalla delusione alla speranza Pippo! Proprio così…

350000 persone hanno creduto alle nostre proposte e sono disponibili a ricominciare da subito. Con tutto il pacifismo presente nei nostri ideali sei riuscito a creare un esercito dell’onestà e della legalità pronto a battersi per i contenuti delle nostre radici, per l’armonia degli ideali di un popolo che non ci credeva più. Fino a qualche tempo fa questo risultato poteva essere solo uno scherzo photoshoppato dei nostri ninja piuttosto che di qualche gattino ed oggi abbiamo un consenso enorme.

Un consenso vero che ci ha votato consapevolmente e non per qualche poltrona.

Minoranza? Ma rispetto a chi?

Siamo centinaia di migliaia di giovani che hanno conquistato, voto dopo voto, credibilità con la sola forza delle proposte e delle parole. Giovani motivati che non hanno temuto apparati e parate televisive. Ma ci rendiamo conto?! Tutto questo dal nulla… Meglio di così ci son solo i sogni e non so a te, ma a me capita che tutti i sogni diventino, a distanza di tempo,…dejavù . Il tempo è amico del cambiamento e noi abbiamo appena acceso i motori e le speranze. Un buon progetto si vede alla fine. E la fine è lontana da oggi. Oggi è solo l’inizio…e l’hai detto anche tu. E poi dovevamo riposarci un po’… ne avevi bisogno…18 kg non sono pochi.

A 24h di distanza si ragiona sempre meglio e solo ora colgo la bellezza di quel 14%.

14%...

Pensa che di solito si inizia un progetto in 3 persone e invece tu ne hai trecentoquarantanovemilanovecentovantasette in più, ti sembra poco? A me no.

Sento il territorio che pulsa, che chiede di Pippo. Sbrighiamoci che si rischia la crisi d’astinenza. Dobbiamo cambiare marcia, abbiamo i cavalli e un buon motore tutto italiano. Il pitstop era d’obbligo, ma si riparte…come all’inizio! Come in quel circolo dei Giubbonari. Come in quelle prime volte in cui ci si chiedeva chi fosse Civati. Forza ragazzi…siamo i più belli del mondo…e se ci fosse un concorso spaziale, anche dell’universo. Abbiamo tutti i requisiti per continuare a costruire e a fare terrorismo. Si ho scritto terrorismo. Lo chiamano così alcuni. Il terrorismo dei contenuti e dei fatti. La minaccia della base. La violenza della verità. Siamo pericolosi. Il campo semantico è negativo, ma solo per le macchine. Gli uomini, per fortuna, non sono macchine e sanno decifrare cosa è buono e cosa è cattivo; hanno letto le nostre 70 pagine e sono stati felici di farlo.

Abbiamo generato energia pulita in grandissime quantità. Le braccia dei nostri volontari, il volto dei nostri supporters, il cuore del nostro staff. Non si parla della candidatura di Civati, ma di tutti noi.

Questa campagna è stata la nostra casa, la nostra famiglia, la nostra notte e ora non possiamo abbandonarci. Non è naturale.

Io voglio continuare a incontrare i miei compagni. Voglio continuare a credere che il PD la pensa come me. Voglio continuare a seguire questo flusso positivo che mi fa navigare nella bellezza degli ideali e delle proposte. Voglio dormire con il pensiero che l’indomani ci sia la possibilità di sostenere il mio futuro. Voglio che #civati resti la mia voce. Voglio che ci siano 100 altri “W la libertà”, voglio tornare a Firenze per conoscere i sorrisi di chi ha trasformato la delusione in speranza.

Si sente il mio entusiasmo? Forse non riesco bene a rendere, ma ci sono centinaia e centinaia di messaggi che chiedono di andare avanti e di continuare questa meravigliosa avventura. Via così, con quel vento che ci spinge più veloci.

Spieghiamo le vele di questa Barca.

Vorrei sentirti dire: “miei Prodi, la battaglia non è finita. Ne abbiam fatta una, ma ne restano altre 100!”.

Non è amore per un mito, ma passione per la propria terra. Passione per la propria storia politica. Abbiamo fatto un buon lavoro e ora siamo pronti per farne uno eccellente.

Lo so che ho esagerato, e nonostante tutto continuo.

Mi perdonerete, ma l’ho fatto.

“Qui con Civati noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Qui con Civati noi facciamo così. Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. Qui con Civati noi facciamo così. La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un civatiano non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Qui con Civati noi facciamo così. Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso. Qui con Civati noi facciamo così. Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui con Civati siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che l’Italia è la scuola dell’Europa e che ogni civatiano cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra mozione è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.”

Qui “con Civati” noi facciamo così.

Abbiamo fatto un buon lavoro ed ora siamo pronti per farne uno eccellente.

 

Di Francesco Barone

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