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PS: se proprio insisti

31 ottobre 2013 4 31 /10 /ottobre /2013 10:20
Ricapitolando: il PD soffre una fusione a freddo fra due grosse realtà politiche che deriva da un accordo elettorale o anche cartel party. Il problema di fondo sta nel non aver creato un partito su base ideale, ma su base consensuale. Ergo, non riesce ad affermarsi nessuna leadership poiché i contrasti ideologici sono molteplici. In più la sinistra non è abituata a sopperire alle scelte dettate (tranne con il centralismo democratico) e quindi resta inerme di fronte ad ogni scelta importante che cozza con le diverse posizioni politiche. La grande democrazia presente all'interno permette la coesistenza di centinaia di "correnti" (almeno fossero di pensiero, ahimè) ma non la cooperazione che si ha solo nei momenti in cui si combatte Berlusconi. La vera sfida del congresso, a parer mio, deve necessariamente connotare chi siamo e quali interessi portiamo avanti, sfoltendo le fila eterogenee e riportando il PD ad una concretezza reale e alla decisione. In conclusione, bisogna dare una linea (lo farà chi vincerà) e poi scegliere se restare o andar via. L'Italia non è pronta al bipolarismo e dunque ritorneremo ad un panorama più frammentato che è anche naturale. A questo punto, per garantire la governabilità, è necessario fare immediatamente la legge elettorale che leghi la rappresentanza al territorio ed ai rappresentati e favorisca le coalizioni di interesse e di ideali.

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